15 Ene NAOMI – Giuseppe Macchitella
Erano le due passate quando entrai al Margarita Blue, nel pieno centro di Barcellona. C’era gente decisamente più interessante a quell’ora: alcolizzati, vagabondi, solitari che volevano socializzare, senza lavoro, nullatenenti, prostitute in disarmo. Gente consapevole insomma: sarebbero schiattati, ma solo perche le risposte non c’erano. Ero entrato temendo che fosse troppo presto, magari trovavo spazzatura. Sempliciotti, robot, gente col pilota automatico. E’ sempre triste vedere la gente che ha paura. E vuole risposte.sempre. Quella giusta e lì, ma non la si vede mai.
Date una cosa lampante all’umanità e lei ne avrà paura.
Quella sera ero già alla sesta pinta. O jarra e non trovai di meglio che parlare con un australiano che era lì da solo e sarebbe andato avanti così per tre mesi: tre-quattro giorni in città diverse. Non ti ritroverai in nessuna di queste, gli dissi.
Poi me ne andai: sette jarre erano abbastanza.
Mi incamminai verso le Ramblas, si erano fatte le tre, anche lì ormai non c’era pericolo.
Ci trovavi spazzatura, certo, ma inoffensiva, ubriaconi alle prime armi che pisciavano e vomitavano.
Poi c’erano i ladri, i falsi ubriachi, i falsi storpi, gente che si impegnava, che doveva sbarcare il lunario. Poi c’erano le prostitute.Comparivano dopo una certa ora, molto tardi, come branchi di jene o sciacalli, si nutrivano delle carogne dei corpi oramai privi di volontà.
Io ero un ottimo pasto.
Le puttane delle Ramblas erano giovani, giovanissime, tutte di colore. Piene e rotonde, floride e dure, ma di viso erano scadenti, alcune raggrinzite, altre quasi sfregiate, segnate.non un granchè.
Il mio problema con le puttane è che non rieco ad andarci, mi illudo di volere che se sto con una questa deve essere, se non innamorata, almeno interessata un pò a me, per come sono fatto io, per il mio modo di essere.nel 2012!! E dalle prostitute!! Sono un romanticone, un sognatore, un cinico e un coglione insieme. Eccolo qua, l’uomo speciale. il superuomo, la consapevolezza che salverà il mondo.
Avevo gia dato il mio diniego a tre o quattro di queste quando NAOMI CAMPBELL mi si avvicinò, ponendo una mano vicino alla bocca come se stesse afferrando un enorme cetriolo e facendo su e giù, con quella bocca divaricata e accogliente.eccola li..NAOMI..perfetta, alta quanto me, sinuosa, nera come una pantera con occhi verdi da cerbiatta, una pelle perfetta, con una bocca carnosa al punto giusto e voracissima ed enorme quando si spalancava, che mi faceva il gesto del pompino…così…senza parole..che classe!! Questa non c’entrava nulla con le altre. Mi si drizzò immediatamente l’uccello…lei continuava a fare su e giù..un’ armonia assurdamente perfetta per un gesto così volgare…la naturalezza fatta persona…le ramblas e Barcellona andavano a fuoco…e di pompieri nemmeno l’ombra.
Stavolta ce la faccio…pensai. NAOMI mi libererà di tutti i pregiudizi e complessi. Mi fece cenno di seguirmi…ero dietro di lei: come ci si può muovere velocemente e felpatamente insieme? Volevo che la strada non finisse mai. Del fatto che a lei non importasse nulla di me e mi considerasse il solito coglione non me ne fregava nulla: stavo migliorando. Mi guidò in dedalo di viuzze con sicurezza.Entrammo in una stradina in semioscurità…da un lato case…dall’altro delle colonne con capitello e triangolo classico sopra: Il partenone. Il tempio della fellatio. Mi portò oltre le colonne…non ci potevo credere.
Ogni colonna era occupata da un …utente…uomini di tutto il mondo in piedi con la testa reclinata o con lo sguardo perso nel cielo…di fronte a loro donne piegate muovevano velocissimamente la testa e afferravano con una mano l’uccello dei clienti.
Con la bocca e le mani si fa prima. Loro lo sapevano bene. Il tempo è denaro.
Stavo per dirle che non se ne faceva più nulla perchè la poesia era morta quando improvvisamente, al grido di una di loro, tutte le ragazze corsero via repentinamente. Sembravano delle gazzelle che avevano visto un leone. Mentre il rumore dei tacchi riempiva la notte di Barcellona, una decina di cazzi dondolanti erano rimasti senza soddisfazione…a cielo aperto e senza copertura.La sirena della polizia si allontanava e ognuno, guardando gli altri, fece la sua scelta. Alcuni continuarono da soli, altri andarono via bestemmiando, Dipende da quanto sei avanti col lavoro…tutto qui.
Per la prima volta mi chiesi che cosa cazzo ci stavo facendo IO, IL SUPERUOMO, in un posto così.Non c’è l’avevo fatta…i sensi di colpa e il giusto e lo sbagliato e il bene e il male avevano avuto il sopravvento.
Vieni, andiamo in camera, mi disse NAOMI..spuntando da un angolo di una stradina. Forse non tutto era perduto.
Ti costerà 10 euro in più. La stanza si paga.
Ma noi avevamo fatto un patto: 20 euro, stanza o non stanza.Era una questione di principio. I principi sono il mio principale nemico. Soprattutto i BUONI principi.
Mentre mi diceva di si dietro di noi sentimmo vicinissimo il rumore di una macchina: zona pedonale…era della polizia.
Io e una prostituta nella città vecchia di Barcellona stavamo per essere fermati dalla polizia. Per un attimo pensai che mi avrebbero sbattutto dentro, rimpatriato, estradato. CORRIERE DELLA SERA: famoso vagabondo italiano sorpreso dalla polizia in compagnia di prostituta sosia di NAOMI CAMPBELL.
FERMI. FAVORITE I DOCUMENTI, POR FAVOR.
NAOMI non si trattenne e tentò la fuga…il poliziotto le disse che così era peggio.
Io finsi di essere un ubriaco che stava abbastanza bene (l’errore è fingere di essere sobri quando sei ubriaco). Dissi nel mio orrendo spagnolo che ero italiano. Ero in vacanza. Ero un tenente, ufficiale in congedo. La mia amica era con me. Insomma con tutta la sicurezza possibile chiesi se era necessaria una verifica telematica. Il poliziotto guardò il collega e con un mezzo sorriso mi fece cenno di andare via.
Un’interpretazione da Oscar.
NAOMI però non la mollavano.
Dopo pochi minuti la polizia si eclissò. Mi voltai. Erà lì che parlava con le amiche che l’avevano raggiunta. Era raggiante e tremante.
Con un sorriso che avrebbe fatto battere forte qualunque cuore si mise a gesticolare alle amiche-colleghe e a spiegare quello che era successo.
Ero il salvatore, l’angelo in terra, il messia.
Mi prese la mano e mi disse: andiamo.
Si stava innamorando di me.
Altro dedalo di viuzze. Altra stradina. Porta seminascosta.
Si mise davanti a me mentre infilava la porta e saliva le scale. Mi si drizzò di nuovo l’uccello. Stavolta pensai che i SUOI jeans e il suo top giallo non c’è l’avrebbero fatta. SI dimenava in un modo quasi oltraggioso. Newton avrebbe dato fuoco al suo studio.Non era semplicemente possibile. La massa e la forza di gravità non sono una invenzione. Bastava aspettare. Ancora un pò e sarebbe scoppiato tutto.
Nell’attico c’erano due tavoli con sedie attorno…lì i clienti aspettavano il loro turno con le ragazze che nel frattempo li accudivano…mi accomodai a fianco ad una mulatta col suo bamboccione bello pieno d’alcol e lo guardai: era come guardarsi allo specchio.
Era come al bar…ci scappò anche una discussione sui tempi moderni, dove andremo afinire se le cose vanno avanti così, che lavoro fai, che lavoro fa quell’altro…ecc. Nessuno chiese del lavoro alle ragazze. Sembrava una barzelletta: eravamo un italiano, un irlandese, un francese e un tedesco. Il mondo E’ una barzelletta.
Venne il nostro turno…nel frattempo i vestiti di NAOMI non erano scoppiati…salimmo due gradini e varcammo la soglia della perdizione. L’appartamento era piccolo. C’era una stanza grande dalla quale erano ricavati tre o quattro separè. Si sentiva tutto. Un muro di cartone separava gli ululati di una coppia dall’atra. Per la seconda volta mi chiesi che cosa stracazzo ci stessi facendo IO, L’IMMORTALE, in un posto del genere. Ma mi ripresi.
Poi NAOMI fece qualcosa che non doveva fare.
la scatola dei condom era su un comodino. Ne estrasse uno e fece per avvicinarsi. Mi si ammosciò l’uccello. Con un movimento rapidissimo mi infilo il condom attorno al mio piccolissimo uccello e cominciò, più che a succhiarlo, a tirarlo…il tutto in un baleno. Una professionista.
Rimasi di stucco. Mi stavo riprendendo…non sentivo quasi nulla ma lei era velocissima. Faceva leva con una mano sul mio fianco, con l’altra accarezzava l’asta. Tutte e due le mani erano fasciate con salviette.mi guardai attorno…ero lucidissimo. Sembrava che mi avessero messo l’uccello in un frullatore e di essere in una infermeria. Almeno si era inginocchiata. Una bella vista ma vestita. Poi capii.
Capii che innanzitutto così non sarei mai venuto.
Capii che io volevo da lei L’ESCLUSIVA…Qualcosa che da lei non aveva avuto nessuno.
La pregai di smetterla…la staccai e la feci alzare. Le dissi che così era troppo freddo per me e le chiesi se si poteva spogliare. Acconsentì. Quando si spogliò mi venne immediatamente durò. Quando le donne si spogliano o si rivestono è lo spettacolo più bello del mondo (anche se qualche volta si paga il biglietto).
Mentre lei si spogliava non resistetti…me lo presi in mano e cominciai a menarlo come da provata esperienza.
Lei capì.
Cominciò a danzare…si dimenava nuda al mio fianco (mai di fronte..) era uno spettacolo.
Finalmente venni. Lei mi guardava con i suoi occhioni… finii…ero esausto e liberato e triste allo stesso tempo..lei si affrettò a ripulire il pavimento, nuda…si piego con la solita naturalezza e bellezza e mi si drizzo l’uccello, ma stavolta era una finta.
Mi rivestii, mi lavai le mani nel lavabo e mi asciugai.
Poi mi avvicinai lentamente e feci per baciarla.Si irrigidì immediatamente. Un pezzo di ghiaccio. Scomparve ogni sorriso. Era quello che volevo.
Senti…dissi…ti chiedo solo un bacio.cosa ti costa? Fai pompini, scopi in tutti i modi…cosa vuoi che sia un bacio per te?
No. Niente bacio.
Venti euro.
Non hai soldi.
Li ho. Allora?
No.
Cinquanta.
Sei loco. Cinquanta euro per un bacio.Sei loco.
No. Non sono loco. Ho capito che tu mi piaci. Non è con quello che dai a tutti che mi farai felice. Voglio un bacio. Non voglio più il tuo corpo. Anche per un solo istante. Voglio avvicinarmi e guardarti negli occhi, e stringerti fra le mie braccia, e baciarti fino ad arrivare alla tua anima. Farti sentire il mio calore, e accarezzarti e coccolarti. Voglio sentire schiudersi le tue labbra e la tua lingua, con infinita dolcezza.
Solo così non mi vergognerò di quello che ho fatto stanotte.Voglio un ricordo che sia solo mio e per sempre resterai così nella mia mente. Solo in questo modo voglio ricordare questa notte.
Mi guardava. Forse aveva capito. Forse voleva tirare sul prezzo. Un pollo come me non capita tutti i giorni.
Io ho baciato solo il mio ragazzo. Io amo il mio ragazzo.
Anche se baci me amerai sempre il tuo ragazzo. Solo un bacio d’addio.Sincero.
Mi avvicinai, ci baciammo, dapprima leggermente, poi più profondamente. La stringevo forte sentivo il suo respiro affannoso. Non lo avevo mai sentito prima. Una fragilità che mi sconvolse il cuore.mi fermai.
Grazie.Volevo solo questo…
Non disse nulla..Le allungai i 50 euro.
Li respinse con sdegno.
Io non mi faccio pagare per un bacio. Io bacio solo il mio ragazzo. lo amo.
La baciai sulla testa dolcemente e me ne andai.
Avevo lasciato il cinquantone sul comodino. Lei aveva visto. Stavolta non li respinse.
Scesi più in fretta che potevo le scale C’èra un nuovo giorno a Barcellona.
Poi il buio.Oscurità totale.
Ore 15. Sveglia. Sono sudatissimo e rintronato.
Mi ci vuole una doccia. Poi un caffè. Anche oggi non lavorerò.
Vado al bagno, mi tolgo gli slip.
Odore di sperma, profumo di donna.
Improvvisamente mi appare lei. Ricordo ogni particolare.
L’acqua scende e io sfrego le mie mani sul mio corpo con tutta la forza che ho. Acqua calda, fredda, tiepida. Senzazione di sporco…di una tristezza e una solitudine mai provate prima. E lo sporco che non va via…Voglio inzuppare d’acqua tutto il mio corpo.
Fermo il rubinetto, mi asciugo. Ma l’acqua continua a scorrere…dai miei occhi. Sto piangendo. Un pianto dirotto…a scatti…irrefrenabile…l’acqua mi sta ritornando fuori.
Non si può lavare l’anima.
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